Mondo

Adozioni agli omosessuali: “ma adottare non è un diritto”

Lo dicono gli avvocati impegnati nel diritto minorile e di famiglia. E quindi escludono che ci possa essere una discriminazione

di Sara De Carli

Il 22 gennaio 2008 la Corte europea dei diritti dell?uomo ha stabilito che negare l’adozione a persone omosessuali è una disciminazione che viola la stessa Carta europea per i diritti dell’uomo. La Corte ha condannato la Francia a risarcire con 10mila euro una donna, E. B., che aveva presentato ricorso. Che succederà ora in Italia? La sentenza europea creerà un precedente che autorizza altre coppie o singoli italiani a fare ricorso e a vincerlo? Lo abbiamo chiesto a due avvocati, esperti di diritto di famiglia.

Marina Marino è presidente dell’Aiaf-Associazione italiana avvocati per la famiglia. «Non cambierà nulla, perché la Corte europea può sanzionare i Paesi ma non obbligarli a cambiare le leggi. Gli stati restano sovrani. Innanzitutto ricordo che in Italia i singoli non possono adottare. Certo, anche un italiano potrà fare ricorso: un single omosessuale o una coppia omosessuale può fare domanda di adozione in Italia, in base alle leggi attuali la domanda verrà respinta, il cittadino potrà fare ricorso alla Corte europea e vincerlo, come è successo alla signora fracese», dice l’avvocato. E quindi? «Non credo affatto che questo basti ad aprire un dibattito culturale che porti a cambiare la legge…», immagina. Ma nemmeno se i ricorsi dovessero essere molti e le cifre per i risarcimenti farsi importanti? «Sa quante condanne ha l’Italia da parte dell’Unione europea per la eccessiva durata dei processi? Hanno dichiarato impignorabili un sacco di beni dello Stato, i soldi non ci sono, e quindi questi risarcimenti non vengono mai pagati». E poi sottolinea: «In Italia la legge ancora fa differenza tra figli nati nel matrimonio e fuori dal matrimonio: questa è una disciminazione che mi piacerebbe venisse denunciata e risolta per prima!»

Paola Perrino invece è uno degli avvocati del team di AiBi. Anche lei esclude che dal punto di vista tecnico possa cambiare alcunché, per gli stessi motivi: la legge italiana e l’impossibilità di adottare per i single. È più preoccupata dell’aspetto culturale: «È imbarazzante che un organismo così importante abbia ceduto all’idea che adottare sia un diritto dell’adulto. Esiste il diritto di un bambino ad avere una famiglia, non il diritto dell’adulto ad avere un figlio: quello dell’adulto è un desiderio, una disponibilità… Se esiste un diritto allora certo ogni discrimnazione nell’esercizio del diritto è da condannare, ma se il diritto non c’è… Ecco, mi preoccupa che culturalemnte siamo ancora qui a dover ribadire questo concetto».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA